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Linee guida FEDIAF 2020: modifiche ai livelli minimi raccomandati di calcio, fosforo e selenio.


mercoledì 7 ottobre 2020


Linee guida FEDIAF 2020: modifiche ai livelli minimi raccomandati di calcio, fosforo e selenio

Anche quest'anno FEDIAF ha aggiornato le linee guida nutrizionali per il cane e per il gatto. Nell'ultimo aggiornamento del 2020 sono stati modificati i valori nutrizionali minimi per il calcio e per fosforo nel gatto adulto e quelli del selenio sia nel gatto che nel cane adulto

In questo articolo cercheremo di approfondire le funzioni di questi nutrienti e le possibili conseguenze di una loro carenza o di un loro eccesso all'interno della dieta.

CALCIO
Il calcio svolge due importanti funzioni nel corpo. La prima è di essere la principale componente strutturale di ossa e denti. Infatti, il 90% del calcio presente nell'organismo viene trattenuto all'interno di queste due strutture. La seconda è quella di essere coinvolto nel trasferimento di informazioni tra le cellule e nella trasmissione di impulsi nervosi. Esso, infatti, funge da messaggero intracellulare che consente alle cellule di rispondere agli stimoli provenienti da ormoni e neurotrasmettitori.

Il calcio presente nelle ossa rappresenta anche il principale serbatoio di questo minerale nell'organismo che viene mantenuto in equilibrio con il calcio presente nel siero sotto stretto controllo omeostatico.

Il meccanismo dell'omeostasi del calcio nel sangue è complesso e coinvolge diversi organi. Se, ad esempio, la concentrazione di calcio presente nel sangue risulta bassa, le paratiroidi verranno stimolate a secernere paratormone che, a sua volta, stimolerà a livello renale la conversione del 25-idrossicolecalciferolo (25-OH-D3) in 1,25-diidrossicolecalciferolo (denominato anche calcitriolo). Quest'ultimo agirà, da un lato sull'intestino per aumentare l'assorbimento del calcio e, dall'altro, stimolando il riassorbimento osseo di calcio. Al contrario, se la concentrazione sierica di calcio risulta elevata, si avrà un aumento della secrezione di calcitonina, l'ormone che riduce l'attività osteoclastica e stimola una maggior escrezione di calcio da parte del rene.

Paratormone, calcitonina e calcitrolo agiscono insieme per mantenere costante la concentrazione di calcio nel sangue, in base alle variazioni del contenuto di questo nutriente nella dieta e in base al fabbisogno dell'organismo durante le diverse fasi della vita.

A livello intestinale l'assorbimento di calcio viene regolato attraverso due meccanismi. Il primo e il principale è un meccanismo transcellulare attivo, saturabile, regolato principalmente dalla vitamina D che avviene nel duodeno e nel digiuno prossimale. Il secondo è un meccanismo passivo, presente soprattutto nei cuccioli, che non dipende dall'attività della vitamina D ma dalla quantità di calcio presente negli alimenti ingeriti.

La carenza di questo minerale nella dieta indurrà l'organismo ad aumentare la secrezione di paratormone per mantenere l'omeostasi e indurre un maggior riassorbimento osseo di calcio. Le principali conseguenze sono un rallentamento della crescita, una diminuzione della mineralizzazione ossea, con rachitismo nel cucciolo e osteomalacia nell'adulto, e un maggior rischio di zoppia e di fratture spontanee. Nei casi più gravi possono comparire anche convulsioni e tetania.

Questa evenienza è rara negli animali domestici alimentati con alimenti commerciali completi o diete casalinghe equilibrate mentre può verificarsi in quegli animali che assumono principalmente alimenti commerciali complementari o che seguono delle diete casalinghe fai da te, non adeguatamente integrate con ossa o con integratori mineral-vitaminici.

Un eccesso di calcio è dannoso soprattutto per gli animali in accrescimento dove l'assorbimento intestinale avviene principalmente in modo passivo e non può essere regolato in maniera efficiente dall'organismo. In particolar modo in soggetti di taglia grande o gigante, dove la crescita avviene molto rapidamente, si ha un aumento del rischio che essi sviluppino alterazioni scheletriche o osteocondrosi.

Le principali fonti alimentari di calcio sono le ossa, le uova e alcuni latticini oppure i sali minerali come il carbonato di calcio, il solfato o il fosfato di calcio.

FEDIAF indica, sia i livelli minimi, sia i livelli massimi, che un animale deve assumere giornalmente. Essi variano a seconda della fase della vita dell'animale.

Per prendere visione dei valori si consiglia di consultare le linee guida reperibile in questo link: http://www.fediaf.org/self-regulation/nutrition.html

La variazione che è stata effettuata nell'ultimo aggiornamento delle linee guida riguarda solo il livello minimo che deve assumere un gatto adulto, portando il valore da 0,59 a 0,40% su sostanza secca.

La ragione non viene spiegata nei dettagli, tuttavia, è lecito pensare che sia legata alla necessità di ridurre i livelli minimi consigliati di fosforo nel gatto adulto cercando di mantenere costante il rapporto tra questi due minerali. Infatti, come accenneremo in seguito, non solo è importante la quantità di calcio e di fosforo assunta dall'animale ma anche il loro rapporto all'interno della dieta.

FOSFORO
Il fosforo è un minerale fondamentale per l'organismo dove svolge numerosi ruoli. Dopo il calcio è il secondo più grande costituente delle ossa e dei denti, ma rappresenta anche una componente strutturale dell'RNA e del DNA, nonché dell'ATP e dei fosfolipidi di membrana. Esso è essenziale per la crescita e la differenziazione cellulare, per il consumo di energia nonché per la formazione di amminoacidi e proteine.

Il suo assorbimento intestinale rappresenta la somma di una componente saturabile, attiva e regolata dal 1,25-diidrossicolecalciferolo e dal paratormone e di una componente passiva, non saturabile che dipende dalla quantità di questo minerale presente nella dieta.

In condizioni di basso apporto alimentare di fosforo, il mantenimento della sua omeostasi nel sangue avviene attraverso un aumento del suo assorbimento a livello intestinale, una minimizzazione della sua escrezione urinaria e un rimodellamento osseo.

Una sua carenza può causare una crescita lenta, scarso appetito, deformità delle ossa e un maggior rischio di fratture.

Un suo eccesso, invece, può portare allo sviluppo di un iperparatiroidismo secondario e alla calcificazione dei tessuti molli.

Inoltre, studi recenti hanno messo in evidenza una possibile relazione, nel gatto, tra un elevato apporto di fosforo alimentare e un maggior rischio di sviluppare una patologia renale cronica, soprattutto quando la principale fonte di fosforo non è rappresentata da alimenti naturali ma da sali contenenti fosforo inorganico. Uno studio, ad esempio, ha evidenziato come l'inclusione di fosforo inorganico nella dieta induca un aumento della concentrazione plasmatica postprandiale di fosforo e un contemporaneo aumento della secrezione di paratormone mentre un altro studio ha dimostrato come l'assunzione di una dieta con un contenuto eccessivo di fosforo altamente disponibile può avere effetti negativi sui parametri della funzione renale nei gatti sani.

Tuttavia, FEDIAF, precisa come siano necessari ulteriori studi per chiarire il potenziale rischio che una dieta ad elevato contenuto di fosforo possa realmente avere sulla funzionalità renale.

Ciò che è stato, invece, già dimostrato in numerosi studi è come una limitazione del fosforo alimentare possa favorire il rallentamento della progressione di una malattia renale cronica già presente.

In generale, gli ingredienti di origine animale contengono una quantità di fosforo maggiormente disponibile rispetto ad ingredienti di origine vegetale. In particolar modo il fosforo nella carne si trova principalmente nella sua forma organica, mentre nelle piante, il fosforo è sotto forma di acido fitico.

FEDIAF, nelle ultime linee guida, ha ridotto il livello giornaliero minimo da somministrare in un gatto adulto da 0,50 a 0,26% su sostanza secca. Ad oggi, nel gatto, non sono ancora indicati dei valori massimi da non superare mentre viene posto un limite da non superare nel rapporto tra calcio e fosforo.

Infatti, per il corretto assorbimento di questi due minerali, il mantenimento dell'omeostasi plasmatica e la regolazione della secrezione di paratormone, calcitonina e calcitriolo, non è importante solo la quantità totale di fosforo e calcio assunti dall'animale, ma anche il rapporto calcio/fosforo che contiene la dieta.

Se, ad esempio, la dieta contiene un eccesso di calcio, rispetto al fosforo, il calcio forma un complesso insolubile con il fosforo con conseguente diminuzione dell'assorbimento di quest'ultimo. Allo stesso modo alti livelli di fosforo o di fitati nella dieta possono inibire l'assorbimento di calcio.

Questo rapporto deve sempre essere a favore del calcio, e deve essere uguale o superiore ad 1/1, sia nel cane, sia nel gatto, in tutte le fasi di vita. Il valore massimo, invece, dipende dalla specie, dall'età e, nel cane, anche dalla taglia dell'animale ma non deve mai essere superiore a 2/1.

Un'alimentazione carente di calcio, ma adeguato in fosforo può comunque causare iperparatiroidismo secondario, come una dieta a base di carne ma priva di ossa.

SELENIO
Il selenio è un costituente essenziale della glutatione perossidasi che aiuta a proteggere le membrane cellulari dai danni ossidativi. Questo enzima agisce in sinergia con la vitamina E per ridurre gli effetti distruttivi dei perossidi che si formano durante l'ossidazione dei lipidi delle membrane cellulari. Inoltre, il selenio, preservando l'integrità del pancreas consente una corretta digestione dei grassi e di conseguenza un corretto assorbimento della vitamina E che, essendo una vitamina liposolubile, necessità della presenza dei grassi per essere assorbita a livello intestinale.

Viceversa, la vitamina E riduce il fabbisogno di selenio, mantenendo questo minerale all'interno del corpo in una forma attiva e prevenendo la sua perdita dall'organismo.

Il selenio ha anche un ruolo fondamentale nel mantenimento della corretta funzionalità della tiroide poiché controlla gli enzimi deiodinasi che regolano la conversione di T4 in T3.

Le fonti di selenio includono cereali, carne e pesce. Essendo questo minerale abbondante negli alimenti, una sua carenza rappresenta un evento abbastanza raro, ma con sintomatologia molto grave caratterizzata da distrofia muscolare, edema sottocutaneo e mineralizzazione renale. Più frequente, invece, è l'eccesso di selenio alimentare che causa vomito, spasmi, andatura sfalsata, dispnea e diminuzione dell'appetito.

FEDIAF pone dei limiti minimi e massimi che devono assumere giornalmente i cani e i gatti. Il limite massimo è stato mantenuto uguale mentre i limiti minimi per gli animali adulti sono stati modificati nell'ultimo aggiornamento. Per la precisione è stata inserita anche una differenziazione dei valori a seconda che l'alimentazione assunta sia secca o umida.

BIBLIOGRAFIA:
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- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010, chapter 6
- WALTHAM pocket book of essential nutrition for cats and dogs Edited by Prof. Dominique Grandjean and Dr. Richard Butterwick


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